Poteva essere il miglior pilota italiano degli anni ’90 e anche oltre, ma è tra i tanti che sono stati fagocitati da Valentino Rossi. Poteva rappresentare la nuova epoca d’oro della Ducati, ma ha ceduto il passo alla fioritura fulmina di Casey Stoner. Nonostante tutto questo, ha comunque fatto cose gigantesche: non è da tutti, infatti, vincere 3 titoli Mondiali. Parliamo di Loris Capirossi, tra i piloti più apprezzati degli ultimi 30 anni e oltre.
Biografia e gli inizi in moto
Nato il 4 aprile 1973 a Castel San Pietro (BO) Loris Capirossi si appassiona alle moto già in tenerissima età. Sale sulle prime moto da fuoristrada quando ha appena cinque anni, dimostrando subito talento e imparando a dosare il gas. La pista comincia ad interessarlo veramente, visto che nota fin dall’inizio che con le due ruote ci sa fare: disputa la prima gara di velocità all'età di 14 anni, alla guida di una Honda NS125 stradale modificata.
Arriverà sesto nel Campionato Italiano Sport Production. Un anno dopo ottiene il nono posto nel Campionato Italiano 125 in sella a una Mancini, e nel 1989 si rivela un promettente talento con la Honda nel campionato Europeo 125. Si piazza al quarto posto assoluto, vincendo quattro gare e candidandosi al debutto sulla scena mondiale. Non è ancora maggiorenne ma, d’accordo con la famiglia, decide di fare il grande passo nel motomondiale. Una scelta che non poteva essere più azzeccata.
Il boom in 125
Esordisce nel motomondiale nel 1990 nella classe 125, in sella a una Honda RS125R del team Pileri. Come tutti i debuttanti dovrebbe avere qualche problema a confrontarsi con la sua nuova realtà, ma questa legge non scritta non vale per il pilota bolognese. Con un finale di stagione entusiasmante, con 3 primi posti negli ultimi 5 gran premi riesce a vincere il titolo Mondiale battendo in volata l’olandese Hans Spaan. Un trionfo che rimane nella storia: a 17 anni e 165 giorni, Capirossi diventa il più giovane pilota ad avere conquistato il titolo iridato nella storia del motomondiale. Se vincere è difficile, confermarsi lo è ancora di più. Un’altra legge non scritta che Capirossi smentisce alla grande.
Confermato in classe 125 con la stessa moto e lo steso team, il pilota bolognese non solo rivince il Mondiale ma migliora quanto fatto l’anno precedente. Sono infatti 5 i primi posti ed è quasi costante la sua presenza sul podio. Un inizio di carriera da urlo, dunque: adesso è il momento del salto di categoria.
Il trionfo in classe 250
Nel 1992 passa alla 250, sempre in sella ad una Honda. A differenza di quanto avvenuto nella classe precedente, Capirossi ha bisogno di qualche stagione per ingranare. Nell’annata d’esordio in 250 arriva appena dodicesimo e ha nel quinto posto in Sudafrica il suo risultato migliore. I due anni successivi vanno decisamente meglio, ma non abbastanza per conquistare il terzo titolo iridato della carriera.
Nel 1993 arriva secondo dopo un testa a testa all’ultimo sangue con Tetsuya Harada, mentre nel 1994 giugne terzo dietro al connazionale Max Biaggi e al giapponese Tadayuki Okada. Il triennio successivo è interlocutorio. Nel 1995 Capirossi opta per il salto in 500, rimanendo in questa categoria per due stagioni. Una scelta rivelatasi non azzeccatissima, perché non brilla come mostrato in precedenza. Torna dunque in 250, dove chiude la stagione 1997 al sesto posto. Carriera già in fase calante? Assolutamente no.
Il 1998 è uno dei migliori anni nel percorso sulle due ruote di Capirossi. In sella ad un’Aprilia, con cui corre dall’anno prima, il pilota nato a Castel San Pietro torna a lottare per il vertice insieme all’astro nascente Valentino Rossi e al vecchio rivale Harada. Nonostante un finale di campionato da sogno del numero 46 con 4 primi posti consecutivi, Capirossi riesce comunque a vincere il primo Mondiale 250 della carriera e terzo in totale considerando anche i due della 125. L’anno seguente cede il passo ad uno straripante Rossi, chiudendo al terzo pronto ed essendo davvero pronto per la 500.
L’esperienza in Ducati e la fine della carriera
Nel 2000, su una Honda come nel 1999 in 250, partecipa al terzo Mondiale della 500 della sua carriera. Negli ultimi due campionati prima del passaggio a MotoGP, il suo migliore è senza dubbio quello del 2001 che chiude sul gradino più basso del podio dietro a Rossi e Biaggi. Con la scuderia giapponese sta per un’altra annata, per poi concretizzare il matrimonio tutto tricolore con la Ducati. Quelli che seguono don sono anni facili per la casa motoristica italiana, così come per tutte quelle che non hanno alle loro dipendenze il dominatore assoluto con il numero 46. Capirossi comunque non demorde e, nel Mondiale 2006, va vicino ad un titolo che avrebbe chiuso il cerchio della sua carriera. Inizio col botto per il campione bolognese: primo posto in Spagna e terzo in Qatar. La sfida è con un Rossi per la prima volta in difficoltà dopo anni e con lo statunitense Nicky Hayden. Sarà quest’ultimo a prevalere, con capirossi che chiude terzo.
Nel 2007 assiste al successo mondiale del compagno di scuderia Casey Stoner, chiudendo a fine anno l’esperienza con la Ducati. Ci sarà un ritorno nel 2011 senza troppa fortuna, dopo tre anni in Suzuki in cui conferma di essere nella fase crepuscolare della carriera. Termina così l’esperienza sulle due ruote di un campione che ha vissuto vent’anni di vittorie e sconfitte, grandi momenti e cadute. Il tutto, sempre con il sorriso sulle labbra e la serenità di chi ha dato tutto.