Un pilota giovane e talentuoso, che sta cercando il suo posto nel mondo non facendosi schiacciare da una parentela particolarmente ingombrante. Può essere riassunto così Luca Marini, classe ’97 attualmente in MotoGP in sella alla Ducati. Un ragazzo che, fin dal suo ingresso nel mondo delle due ruote, è stato guardato con un occhio diverso da tifosi e addetti ai lavori. Un destino crudele ma per certi versi inevitabile, per chi ha come fratello maggiore un certo Valentino Rossi.
Gli inizi
Figlio di Stefania Palma, madre di Valentino Rossi, e di Massimo Marini, cresce a Tavullia. Grazie all'esempio del fratello, comincia presto ad avvicinarsi al mondo delle minimoto. Le cronache parlano di una folgorazione avvenuta quando aveva 4 anni, essendo presente nel 2001 al trionfo di Valentino nel Motomondiale. Marini però, in un’intervista al Corriere della Sera, la racconta diversamente: “Il mio avvicinamento alle moto è stato graduale. Mi è sempre piaciuto fare tante cose diverse. La moto però mi regala quell’adrenalina, quelle sensazioni estreme che altrove non trovo”. Dopo i primi anni in minimoto, nel 2008 partecipa all'Honda Junior Trophy vincendo qualche gara e ottenendo buoni risultati generali. Nel 2010 gareggia nel campionato italiano mini gp con una Honda 125cc a quattro tempi del Team Gresini. L’anno successivo, invece, partecipa al campionato Italiano MiniGp80 (motociclette a due tempi 80 cm³ di cilindrata). Si tratta della prima affermazione della sua carriera, visto che conquista sei pole position e sei vittorie su sei gare. ottenendo il titolo nazionale con due gare d'anticipo. Il miglior biglietto da visita possibile, per l’ingresso nel Motomondiale.
In primi anni tra Moto3 e Moto2
Nel 2013 Marini entra a far parte ufficialmente dell’Academy di Valentino Rossi, insieme a Franco Morbidelli e a Nicolò Bulega. Tra il 2013 e il 2015 disputa un paio di gare nel Motomondiale (una in Moto3 e una in Moto2) come wild card. Solo un paio di apparizioni per il giovane pilota nato ad Urbino, che però sono sufficienti per portare il Forward Racing Team a puntare su di lui. Le prime due stagioni in Moto2 sono di apprendistato per Marini, che colleziona decisamente più delusioni che gioie. Nel Mondiale del 2016 si piazza al ventitreesimo posto, con soli 34 punti. Sono ben 6 le gare concluse prima del tempo e il suo migliori risultato è il sesto posto ottenuto in Germania. L’anno successivo va un po’ meglio, con il quindicesimo posto finale a quota 59 punti. In Repubblica Ceca sfiora il podio, chiudendo però al quarto posto. Un periodo molto formativo per Marini che, in vista del Mondiale 2018, passa allo SKY Racing Team VR46 del fratello Valentino. Un’occasione “da raccomandato” o dovuta ad un talento che ancora deve sfruttare nel migliore dei modi? Sarà il pilota casse ’97 a smentire sulla pista le malelingue.
Il rapporto con Valentino Rossi
Al di là del discorso legato al team, non è certo usuale avere per fratello il miglior pilota della storia del motociclismo. Del rapporto con Valentino, Luca ha parlato nella già citata intervista al Corriere della Sera: “È figo essere il fratello di Vale. Onore, certo. Fastidio è una parola troppo forte, non lo è mai stato. Comunque stiamo parlando di qualcosa che ha condizionato la mia carriera mettendomi sotto una lente di ingrandimento, una posizione diversa rispetto ad altri. Vale mi ha trasferito molti insegnamenti, soprattutto sull’uso delle gomme, un tema chiave per chi corre. La qualità del rapporto è la stessa, molto alta. Il modo di comportarci, in famiglia, non cambia mai, siamo molto uniti”.
L’ascesa in Moto2 e l’arrivo in MotoGP
Passando allo SKY Racing Team VR46, il pilota di Urbino ha un obiettivo chiaro: dimostrare di essere Luca Marini e non “il fratello di Valentino Rossi”. Dopo un inizio di Mondiale 2018 in salita, prende sempre più confidenza con la categoria conquistando tre podi consecutivi e vincendo poi finalmente la sua prima gara in Malesia nel penultimo appuntamento della stagione. L’anno successivo sono invece due le vittorie (in Thailandia e Giappone) e la classifica finale è migliorata di una posizione (sesto posto, contro il settimo del 2018). Il terzo anno è quello buono per lottare per il vertice. Nel Mondiale 2020, più breve del solito per via della pandemia di Covid-19, Marini ingaggia un duello all’ultimo sangue con il connazionale Enea Bastianini e il Britannico Sam Lowes. Alla fine chiuse secondo a 196 punti, gli stessi di Lowes e a sole 9 lunghezze di distanza dal trionfante Bastianini. Non arriva dunque il trionfo in Moto2, ma nel 2021 si concretizza comunque il salto in MotoGP alla guida della Ducati Desmosedici del team Esponsorama Racing. Come nella categoria precedente, Marini migliora con il passare delle stagioni. Nel Mondiale in corso, esordisce con il piede sbagliato in Portogallo ma si rifà subito con un bel terzo posto in Argentina. La vetta occupata da Bagnaia è molto distante, ma la sensazione è che già nel prossimo Mondiale il pilota classe ’97 possa dire la sua nella lotta di vertice.
Gli anni in Ducati e il passaggio in HRC Team Ufficiale
Durante i suoi anni in Ducati, Luca Marini ha dimostrato di essere un talento promettente nel mondo del motociclismo. Conquistando l'attenzione del pubblico e dei dirigenti del team grazie alle sue prestazioni sorprendenti, Marini ha mostrato costanza e determinazione, aggiudicandosi punti cruciali e migliorando costantemente le sue abilità di guida. Nel 2024 è stato ufficializzato il passaggio in Honda HRC ha segnato un'importante tappa nella sua carriera, offrendogli l'opportunità di gareggiare in un team ufficiale e di portare il suo background di collaudatore per riportare in . Questo cambiamento rappresenta una nuova sfida e un'occasione per Marini di dimostrare il suo valore nel mondo delle corse motociclistiche, alimentando l'entusiasmo dei suoi sostenitori e la curiosità degli appassionati del motociclismo. Tuttavia, la situazione della casa nipponica continua a non migliorare. Che il 2025 sia l’anno della svolta?