La carriera di un pilota è fatta di curve e rettilinei, di Gran Premi più affini al corridore di turno e altri invece più complicati. In senso vero e proprio ma anche metaforico, perché il percorso di ogni pilota è fatti di momenti belli e altri meno belli da gestire però con il medesimo equilibrio. Certamente non è stato un “Gran premio lineare” la carriera di Franco Morbidelli, pilota capace sia di raggiungere vette straordinaria che di fare i conti con una serie di delusioni.
Gli inizi
Originario del quartiere romano di San Giovanni, Franco ha inevitabilmente le due ruote nel dna. Suo padre Livio, infatti, è stato vicecampione italiano delle classi 80 e 125. Inevitabile che abbia preso il talento da lui, mentre dalla madre Cristina De Franco (brasiliana, per questo ha sempre le bandiere tricolore e verdeoro sul caso) ha preso la calma e la voglia di divertirsi, qualità importanti per un pilota).
A 10 anni si trasferisce a Babbucce: si tratta di una frazione di Tavullia, paese che inevitabilmente rimanda ad un nome iconico per le due ruote. Il suo intento, infatti, è di diventare uno dei primi membri dell'academy di Valentino Rossi. La VR46 Riders Academy lo supporterà poi nel proseguo della carriera, soprattutto per il passaggio in Moto2 dai campionati minori. Prima di questo step, c’è una gavetta che parte nel 2009. Si tratta dell’anno in cui prende parte al campionato Europeo Classe 125, svoltosi in gara unica ad Albacete.
In sella ad un'Aprilia RS125R non termina la gara, ritirandosi al secondo giro. Nel 2011 chiude sesto nel CIV Stock 600 ed esordisce nell'europeo Superstock 600, correndo quattro gare a bordo di una Yamaha YZF-R6 del team Forward Racing Jr. Nel 2012 conclude sesto nella stessa categoria collezionando un terzo posto, mentre nel CIV Superstock 600 chiude secondo dopo una lunga battaglia con Riccardo Russo e tre gare vinte. Nel 2013 arriva il primo alloro della carriera, visto che si afferma campione europeo con una Kawasaki ZX-6R del San Carlo Team Italia (team della FIM, per promuovere giovani talenti italiani).
Sempre nel 2013, pur non ottenendo punti da regolamento, disputa quattro gare - vincendone tre - nel campionato Italiano Stock 600. Gli ultimi passi prima del salto nel Motomondiale.
L’esperienza in Moto2 e il trionfo nel 2017
L’impatto di Morbidelli con il Motomondiale avviene in concomitanza con la fine della sua gavetta. Nel 2013 infatti corre, oltre che in Superstock, anche nella classe Moto2 del motomondiale i Gran Premi di San Marino, Giappone e Comunità Valenciana sulla Suter MMX2 del team Gresini Racing.
Nel 2014 diventa pilota titolare nel team Italtrans Racing, che gli affida una Kalex Moto2. Ottiene i primi punti iridati in Argentina e come miglior risultato un quinto posto al GP d'Aragona e termina la stagione all'undicesimo posto con 75 punti.
Nel 2015 rimane nello stesso team, ottenendo in quella stagione il suo primo podio nel motomondiale a Indianapolis giungendo in terza posizione. L’annata è travagliata: è, infatti, costretto a saltare i Gran Premi di Gran Bretagna, San Marino, Aragona e Giappone a causa della frattura di tibia e perone della gamba destra rimediata in allenamento. Chiude la stagione al decimo posto con 90 punti.
Nel 2016 passa al team Marc VDS Racing, crescendo con il passare delle gare. Nella seconda parte di stagione, colleziona quattro secondi posti e altrettanti terzi chiudendo il Mondiale al quarto posto. Ora Morbidelli è pronto per giocarsi il titolo e lo dimostra, splendidamente, l’anno successivo.
Quella del 2017 è infatti la sua stagione perfetta. A bordo della stessa moto dell’anno precedente, parte a razzo con quattro vittorie nelle prime cinque gare. Mantiene un ritmo costante e fa il vuoto alle sue spalle, vincendo il Mondiale con 308 punti (65 in più rispetto al suo primo rivale, ovvero lo svizzero Thomas Luthi). La più grande gioia della sua carriera, oltre che il pass per la categoria dei grandi.
Gli anni in moto gp: Alti e bassi
Per la stagione 2018 passa dunque alla classe MotoGP, restando sempre nel team Marc VDS Racing. Il primo anno nella nuova categoria è chiaramente di ambientamento per Morbidelli, che come miglior risultato arriva ottavo in Australia. L’anno successivo, trasferendosi al team Petronas Yamaha SRT alla guida di una Yamaha YZR-M1, riesce a migliorare sul piano di punti (115, contro i 50 dell’anno passato) e posizione nella classifica finale (decimo, mentre la stagione prima aveva chiuso quindicesimo).
Gli anni successivi, tra Yamaha e Ducati, vedono il pilota italo-brasiliano assoluto protagonista infatti nel 2020, è ad un passo dal vincere il suo secondo Mondiale della carriera. L’inizio è in salita, poi Morbidelli cresce e ingaggia un duello con lo spagnolo Joan Mir per la vetta. Nonostante il finale di stagione ottimo da parte del pilota romano, con due primi posti e un terzo negli ultimi quattro Gran Premi, alla fine è Mir a trionfare.
Certamente un boccone amaro da digerire per Morbidelli, al quale seguono tre campionati vissuti tra infortuni e gare non all’altezza a causa della debacle tecnica della Yamaha.
Nel 2024 firma per Ducati Pramac, tuttavia, un mostruoso incidente avvenuto a Portimao, prima dei test pre-stagionali, ha seriamente messo a rischio la sua carriera e sicuramente l'avvio di stagione.
Nonostante ciò, sta gradualmente ritrovando la sua forma migliore come dimostrano gli ultimi risultati. La speranza sua, della sua famiglia e dei suoi tifosi è che prosegua su questa strada: magari grazie anche ricongiungimento con il suo maestro Valentino Rossi. Infatti, è ufficiale il passaggio al team VR46 Racing per la stagione 2025.
In bocca al lupo, Franco